Descrizione
Seconda guerra mondiale: nel cuore della Romagna, un’antica e forte famiglia di contadini, i Carossa, si divide, abbandona il podere, si disperde: Giapì, il regidore, sua moglie Teresa, suo fratello Rumeio, tutti gli altri, compresi i bambini ignari di quanto accade intorno a loro, ma tutti alla ricerca e in attesa di qualcosa di sconosciuto e di nuovo… La guerra finisce, succedono cose sorprendenti e inaspettate; la sventura e il lutto colpiscono quella famiglia una volta felice; la vita cambia, non è più quella di prima, non potrà esserlo più. E nemmeno i Carossa sono ancora i Carossa: diventeranno, infatti, i Venturini. D’altra parte, che senso può avere portare un soprannome che deriva da una terra che non si abita più? Ma la vita, pur in una serie incessante di mutazioni, continua, perché senza la vita non può esserci altro che il nulla. Toccherà a Giapì, non più il regidore, contadino inurbato che lotta contro l’alienazione con l’unica arma che ha a disposizione – il lavoro –, accogliere e ascoltare quei fantasmi che da una campagna che ormai non esiste, mutata dall’incedere dei tempi nuovi perfino nel suo aspetto fisico, vengono a raccontargli un passato che pare un sogno impalpabile ma, al tempo stesso, concreto: Teresa, il piccolo Lino, la vecchia madre Nunziata, i garzoni Pirì e Sandrone: immagini, volti, sapori, ricordi, emozioni… Un romanzo intenso, di forti sentimenti, volutamente scabro ed essenziale; un romanzo che narra con viva partecipazione le vicende che accompagnano la trasformazione, che è, a un tempo, morte e vita; l’oscura ossessione dello sradicamento, della perdita delle proprie radici; la fine di una campagna che cessa per sempre di essere quella che era sempre stata fin dalla notte dei tempi.